VEDREMO

 

So perfettamente che un giorno di Aprile morirò. Tutti lo sappiamo. Tu che sei un po' focoso te ne andrai in Luglio; quelli più malinconici, in Novembre.

  Abbiamo la certezza scientifica più largamente condivisa: torneremo alla terra, e ci si becca.

  Forse

Lo sappiamo. Io, almeno lo so. 

 

Mi piace pensare gli animali liberati, privi di certezze. Magari annusano vite trasformarsi in poltiglia ma non hanno la sicurezza che accadrà… forse, forse no.

 

Palloncini colorati 

 

Quando mia madre mi partorì il mondo era dalle scuole Palmieri a casa di nonna Elda passando per la televisione (di fatto una macchina per formare vasi), la magia fedele della musica, la sgadora, pasta tirata a mano, buoni e cattivi e avambracci virili.

 

3 km di incertezza rivestita di promesse, di asfalto, più in là erbose e piene di insetti umidi. Molta terra, a mucchi, in buche, stesa e brulla e ghiaia, pozzanghere e polvere, cemento, benne, e grasso per ruspe, che il futuro scivoli verso di noi. Loro. Io, per la verità, ero confuso e oggi di più. 

 

Per qualche strano fenomeno paranormale, il mondo si è gonfiato, fffh, fffh, sino a diventare enorme, colorato e sottile, bello e leggero ma lo tocchi e puff! Si affloscia scoreggiando.

 

Le leggi dell'universo sono imperscrutabili.

 

Quel piccolo mondo non tornerà più: sarebbe stupido cercarlo. 

Fanculo i pallocini colorati.

 

Cercherò qualcos'altro.

 

1989

 

Nel Novembre del 1989 frequentavo la IV superiore. Il Fermi a Modena era considerato un ottimo istituto tecnico, gestito, ai tempi, dalla Provincia, a differenza della maggior parte delle scuole che erano invece statali.

Ho vissuto quegli anni di scuola con amore e odio.

Odio, perché le interrogazioni a sorpresa erano la norma e siccome in genere preferivo pensare ad altro, vivevo nel terrore.

Amore, perché mi ha insegnato concetti e non solo numeri e quei concetti mi piacevano, capivo cose, sono rimasti. 

Si dava grande importanza alle assemblee di classe e di istituto.

Questa, poi, i miei amici di altre scuole me l’hanno sempre invidiata: a fine mese ricevevi un foglietto con stampate le assenze ma non era necessario riportarlo firmato! Non esistevano le “giustificazioni” da consegnare dopo un’assenza.

Eh. Molti non superavano il biennio.

 

Comunque era Novembre e io pensavo più che altro alle ragazze, mi piaceva leggere i giornali ma in realtà ci capivo poco.

 

Un bel giorno, il 9 o il 10, durante la ricreazione, arriva Giulio Fregni, con me al biennio ma ora nella sezione di elettronica. 

Era molto su di giri: 

- E’ caduto il muro! - Eh? Scherzi? - Il Muro! Il Muro di Berlino! E’ caduto! La guerra fredda è finita!! La prossima settimana vado a Berlino con Marco! Ci devo Essere!! E’ un evento storico!! Ci venite? -

 

Ci misi un pò a realizzare e fu come se mi avessero tolto un masso da sopra la testa, un masso grosso e pesante che sembrava esser lì da sempre. I sovietici avevano fatto pace coi cow-boy. L’incubo nucleare, il nemico nell’ombra, la guerra di fine mondo: era tutto finito!!!

Nella mia testa, i cow-boy erano buoni. Dopo tutto, gli indiani erano molto sporchi e la famiglia Bradford molto pulita. Più confusa l’immagine dei sovietici: la tv era convinta che L’URSS fosse cattiva ma a Modena alla festa dell’Unità c’era sempre un sacco di gente. Boh.

 

Giulio Fregni ci andò veramente a martellare quel maledetto muro. Era un dark coi capelli mezzo lunghi però sparati; anfibi e vestiti neri, anelli in giro e catene al collo. Suo padre era un omone con grosse mani e barba nera, lavorava nelle ferrovie. L’avevo visto ai colloqui e mi aveva fatto un pò paura, parlava poco e sembrava sempre incazzato.

 

 Un giorno, Giulio si presentò a scuola con la testa coperta da una specie di turbante.

 

Giulio!!? Che cavolo hai in testa!?? - Eh mio padre mi ha beccato il tabacco e le cartine…pensa che io mi faccia le canne…- Ah. Un pò ha ragione anche se non ha prove nette. E quindi? -  

Si tolse il turbante. Aveva i capelli malamente tagliati quasi a zero, un pò si, un pò no. 

 

Quell’anno, unica volta nella mia carriera al Fermi, fui rimandato in Chimica Industriale.

Passai l’estate a lavorare.

Ma questa è un’altra storia.

1991

 

Nell'Agosto del 1991, ero a Stoccolma, con quattro amici. Prima eravamo stati ad Amsterdam e Copenhagen.

 C'era bel tempo, i parchi verdi e ben rasati. Dormivamo su una nave riadattata ad ostello, ormeggiata vicino al centro.

Un giorno lasciai momentaneamente i miei compagni di viaggio per cercare una ragazza conosciuta in treno l'anno prima. Non era a casa, bensì in vacanza in Venezuela, mi disse una sua amica.

Deluso, feci un giro a casaccio e poi mi sedetti su una panchina a tormentare la mia chitarrina, per sfogare la frustrazione.

Si avvicinò un ragazzo poco più grande di me, parlava un inglese stentato… come me.

Gli mancavano due dita in una mano e mi chiese se poteva suonare la mia chitarra.

Certo amico, tieni.

Da dove vieni? Che hai fatto alla mano?

Lui con grande difficoltà cominciò a suonare, nonostante l'amputazione si capiva che un tempo era stato molto bravo.

Vengo dalla Jugoslavia, sono serbo disse. Ho perso le dita in guerra.

In guerra? Perché c'è la guerra lì??

Si.

Non gli credetti. Sembrava un barbone. Gli offrii una sigaretta.

Dopo andai a comprare un giornale, c'era una foto in prima pagina con i carri armati a Mosca.

Non ci capivo nulla, esattamente come adesso.

Il giorno dopo, coi miei amici partimmo per andare più a nord.

 

Gennaio 1994

 

Il 4 Gennaio 1994, all’età di 22 anni, salii per la prima volta su un aereo, da solo, destinazione Bilbao. Da lì sarei andato a Santander, capitale della regione spagnola della Cantabria, estremo nord della Spagna, sull’oceano Atlantico.

Avrei passato lì diversi mesi come studente Erasmus presso la facoltà locale di geologia.

 

Pochi giorni dopo, il 26 gennaio, in Italia Silvio Berlusconi annunciava il suo ingresso in politica. Tangentopoli e  Mani Pulite impazzavano. Molti anni più tardi, una lunga serie di processi dimostrerà che l'impero di Berlusconi si reggeva su intricata architettura di conti e società estere,  aventi la funzione di distrarre centinaia di miliardi al fisco italiano. Obiettivo riuscito in pieno: sarà condannato per una frazione minima dei soldi occultati, mentre diversi altri processi si ridurranno in nulla per prescrizione. Ha commesso il fatto, ma il reato è prescritto.

 

Santander mi si presentò come una città grigia, conservatrice, con un grosso porto e una importante banca.

Pioveva almeno un pò tutti i giorni, i campi erano sempre verdi. Non c’era mai freddo e non c’era mai caldo. Le case tradizionali, in campagna, erano tutte di pietra. Ogni tanto l’oceano ruggiva e mi resi conto che in confronto, il Mediterraneo appariva come un laghetto placido.

 

In Italia, il pm di Roma Franco Ionta archiviava l’inchiesta sui fondi neri sovietici ai comunisti italiani. Non collegabili ad atti criminosi, in sintesi, la motivazione.

 

Io pensavo ad altro…gli spagnoli erano frizzanti, carichi.  Ci misi un po’ a crearmi un giro di amicizie tra i cantabrici; alloggiavo in un grosso condominio occupato per lo più da studenti stranieri, era molto facile rinchiudersi in quel giovane calderone multietnico.

 

Il 5 Maggio, Sam Donaldson, giornalista della statunitense Abc:

 “Buonasera. Oggi vi raccontiamo come migliaia di criminali nazisti sono sfuggiti alla cattura” dispiegando il velo sulla Ratline del dopoguerra, l’organizzazione “Odessa” e il “Ragno nero”.

                                                                                                                                                    

Nel frattempo, a Santander condividevo l’appartamento con due ragazze francesi incagabili,  al punto che in un’occasione rifiutai di partecipare con loro a quella che si presentava come un’orgia. Sono sempre stato un pò coglione.

C’erano dei tedeschi, i quali palesemente mi consideravano uno stupidotto  in quanto italiano.

C’erano degli inglesi, tranquilli e pacifici.

Ce n’era da tutto il mondo.

E poi c’erano gli italiani. Un paio erano occupati ad ingraziarsi i favori della figlia del rettore; altri, cazzeggiavano nel nulla più assoluto.

 

Il 21 Maggio, in Italia, la Procura di Palermo chiese il rinvio a giudizio di Giulio Andreotti per associazione mafiosa.

 

Quel giorno, a Santander, fui invitato con altri presso la casa del direttore del dipartimento di geologia. Aveva una grossa proprietà sulla costa, mi avevano detto circondata da un bellissimo giardino. Mi piacevano i giardini.

Ci fu preparata una paella fantastica, cucinata all’aperto in una grossa…padella. Il giardino però mi sembrava trascurato. Ne parlai con il padrone di casa:

“E’ una scelta precisa. Per me, giardino vuol dire lasciar fare alla natura. L’idea che serva l’intervento dell’uomo per creare un bel giardino deriva dalla presunzione umana”.

 

Fu una illuminazione.

 

Circa due anni prima, il 23 Maggio 1992, in Italia moriva il giudice Giovanni Falcone, nella famosa strage di Capaci. Il 19 luglio sarà Paolo Borsellino a morire in un altro attentato.

 

A Santander diedi due esami, Geologia e Geomorfologia, e feci un paio di tesine. Feci piacevoli conoscenze femminili, rigorosamente non francesi.

Ormai mi ero scordato di Falcone e Borsellino: pensavo al giardino che cresce da solo.

 

1994

 

Nell’autunno del 1994 avevo conquistato una granitica serenità. Ero da poco tornato dalla Spagna ed avevo ben chiaro il mio scopo nella vita. Sarei diventato geologo, avrei lasciato crescere un giardino selvaggio e, magari, trovato una donna.

 

L’11 maggio Silvio Berlusconi diventava Presidente del consiglio.

 

Me ne fregava nulla della politica. Pensavo alla mia vita e non avevo fretta. Se avessi camminato con tranquillità, onore e sicurezza, tutto sarebbe andato bene.

 

A Pavia, il pubblico ministero Vincenzo Calia riapriva l’inchiesta sul caso Mattei. Dimostrerà che non fu incidente, bensì attentato.

 

Di mattina andavo all’università e in piscina. Studiavo con metodo e curavo il corpo.

Ero un cane sciolto, frequentavo pochi amici e di rado.

 

Mio padre Gianfranco aveva una piccola ditta di escavazioni e movimento terra. In pratica, lavorava fisso per l’azienda locale del gas, la Sassuologas. Era contento del lavoro e dei colleghi, la Sassuologas era come una piccola famiglia e si conoscevano tutti. Erano colleghi e amici. Si preoccupavano di lavorare bene. 

Più tardi, la Sassuologas sarebbe stata inglobata in HERA spa.

 

In pochi allora lo sapevano, ma due anni e mezzo prima i servizi segreti italiani avevano raccolto informazioni su una imminente destabilizzazione politico-economica dell’Italia (Vincenzo Scotti, 1992) nel contesto della globalizzazione dei mercati.

 

Il sabato e la domenica, mio padre mi affidava la ruspa - una terna JCB nuova di zecca - e andavo, da solo, a fare lavoretti per privati e contadini. Mi tenevo tutto il guadagno, quaranta mila lire l’ora. Avevo sempre soldi in tasca.

 

Fu allora che conobbi la mia futura moglie, Nella. Carina, energica e sensibile, pulita fino all’osso, cresciuta in una delle famiglie più profondamente contadine del paese. Tutti quelli della mia generazione avevano radici contadine, ma lei di più. 

Mi piaceva. Chissà se Nella mi avrebbe accettato…ripensandoci, giocai bene le mie carte, dosando correttezza, decisione e non so quale fascino.

 Mi dava corda.

 

Il 29 Settembre, i Carabinieri arrestarono Giorgio Tradati, anello di congiunzione tra i conti segreti di Craxi e quelli di Berlusconi.

 

L’anno prima, mio padre Gianfranco si era tolto lo sfizio di prendere un cavallo e avevo imparato, più o meno, a cavalcare. Una Domenica, mi presentai a casa di Nella in sella al mio destriero, alto e invincibile.

Un colpo ben assestato.

 

Il 9 Dicembre, le truppe russe del democratico Eltsin invadono in forze la Cecenia, territorio strategico per i traffici di idrocarburi nel Caucaso.

 

Quella sera, ero al Corallo di Scandiano con amici e Nella. Molta gente e musica alta.

“Hai degli occhi bellissimi” mi disse.

Non ci credevo del tutto ma mi conquistò.

 

Il 31 Dicembre, ci fidanzammo ufficialmente.

Avevo 22 anni.

 

1997

 

Nel mese di Febbraio del 1997 stavo scrivendo la tesi di laurea.

Un giorno, mentre ero al pc nello studio del Prof. Galli, squillò il telefono. 

Mi alzai per uscire.

Galli mi fece cenno di rimettermi a sedere.

 

In Italia era al governo la coalizione dell’Ulivo, guidata da Romano Prodi. Mi piaceva Prodi, aveva l’aspetto del bonaccione.

 

Galli al telefono:

“SI….ci sarà il concorso…va bene, esimio…voi fate passare Luigi, noi in cambio faremo passare Antonia…si va bene caro..tua figlia tutto bene si? ok…ciaociaociao.”

 

“Vede, Degani, lei deve cercarsi un posto fuori di qui. L’Università non fa per lei.”

Effettivamente, poco per volta, mi resi conto di andare in giro portandomi dietro una faccia da vero sempliciotto, intelligente forse, ma ingenuo, pure un pò tonto. Io che ero convinto di essere figo.

La mia fidanzata, Nella, studiava scienze dell’educazione a Bologna. Ci vedevamo 2-3 volte a settimana. Ai tempi, come oggi, odiavo il telefono.

 

Nonostante il miei sentimenti, quell’anno in Cina venne fondata China Mobile, colosso della telefonia mobile.

 

Il 7 Aprile 1997, mi laureai in Scienze Geologiche presso l’Università di Modena. Ero Molto contento e mi misi subito alla ricerca di un lavoro.

Mia sorella se n’era andata di casa cinque anni prima. 

La salute di mio padre cominciava a vacillare.

 

Mandai in giro millemila inutili curriculum. Partecipai ad un concorso pubblico.

Niente. Dopo 5 mesi di nulla, cominciai a deprimermi. La mia presunzione doveva però calare ancora un tantino.

 

Il 30 Maggio dell’anno precedente era morto François Genoud, ricchissimo banchiere svizzero filonazista, finanziatore dei colpi di stato in Grecia, Cile, Argentina, protetto da pezzi della CIA, MI6 e destre varie.

 

Il mondo pareva scorrere come sempre, ero io che non riuscivo a partire.

Dopo una brevissima e deprimente esperienza presso uno studio geologico locale, cercai seriamente di trovare lavoro in ceramica. 

Il triangolo Sassuolo-Fiorano-Maranello era un distretto ceramico di rilevanza mondiale. a Modena, la maggior parte dei laureati in geologia che non cambiassero completamente settore finivano a lavorare lì. Mi rassegnai all’idea.

 

Nel mese di Settembre, la bicamerale di D’Alema e Berlusconi partorì la proposta di riforma della giustizia. Stefano Rodotà la definì successivamente “Un regolamento di conti della classe politica contro la magistratura”.

 

Mia madre, parecchio demotivata per percorso di vita e tendenze personali, si aggrappava a me per dare un senso alla sua vita.

Cominciai a cambiare il tono durante i colloqui di lavoro, rendendomi disponibile per qualsiasi mansione.

 

1999

 

Il 1999 fu un anno di preparazione.

 

Il 1 Gennaio nacque l'euro, moneta unica di Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Parsi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia. Per il momento si trattava solo di una moneta “virtuale”.

 

Io lavoravo alla ceramica Guglia, ed ero pagato in lire.

Domenico era il mio mentore nell'umido reparto mulini. Magrissimo, screpolato, occhi azzurri e occhiali, lavorava in sandali e canottiera in mezzo alla polvere di vetro. Sorrideva sempre e mi ricordava Pippo, gli volevo bene.

 

Il 24 marzo, sette anni e mezzo dopo il mio incontro con il ragazzo serbo a Stoccolma, gli aerei NATO, decollando dalle basi italiane con il pieno appoggio del governo D’Alema, cominciarono a bombardare quella che allora si chiamava Repubblica Federale Yugoslava.

 

Domenico si era diplomato alle Belle Arti ed era stato direttore di una ceramica:

Siccome il buon Domenico badava più ai colori che ai pagamenti, la ceramica fallì e lui si ritrovò a rovesciare polveri nel freemer della Guglia.

Mi diceva:

"Non ti devi preoccupare di farti vedere attivo quando arriva Montecchi (Il direttore). Se fai bene il tuo lavoro, lui se ne accorgerà comunque.”

 

Il 13 Aprile, il Gip di Palermo Gioacchino Scaduto inoltrò al Parlamento l’autorizzazione a procedere all’arresto di Marcello Dell’Utri. Vinse il no a procedere, 301 contro 279.

 

Tra muri scrostati,  ferro arrugginito e odore di glicole, alla Guglia mi impegnavo. Il monotono lavoro era svolto puntualmente. Il magazzino colori riordinato. Caolino, feldspato di sodio, quarzo, non erano più minerali delle rocce ma materie prime da cuocere in forno.

 

In un piccolo angolo della mia vita, però, continuavo a piantare alberi. E non tagliavo l’erba.

Avevo acquistato diversi libri di selvicoltura e agricoltura biologica.

 

Nonostante il bilancio economico scadente, la Guglia aveva ottenuto generosi finanziamenti dalle banche. Si stavano sostituendo due forni di 80 metri. Al posto delle addette alla scelta, che durante i primi giorni di lavoro spesso vomitavano per lo sforzo visivo, spuntavano macchine automatiche.

La ditta acquisto' due stabilimenti falliti, l’impianto di atomizzazione di Spilamberto e lo stabilimento di Ca' del Bosco. Entrambi da rifare completamente.

Io sarei stato mandato a Spilamberto.

 

Il 4 Settembre, un’autobomba a Bujnaksk uccise 64 persone, per lo più familiari di militari russi.

Pochi giorni dopo, un’altra esplosione uccise novantaquattro persone nel sonno, nella periferia di Mosca.

Dopo altri 4 giorni, un altro condominio a sud di Mosca fu cancellato da un attentato notturno. Morirono 119 persone.

 

Quel mese lavorai 184 ore e il mio stipendio netto fu di 1.973.000 lire. Ero entrato in Guglia da circa un anno e mezzo.

 

Il 2 Novembre, in occasione del suo compleanno, regalai a Nella un mobiletto in olmo costruito da me.

 

2001

 

SEMPIO, CARNEVALI, PAOLA E LA SACMI

 

Tubi, macchinari, quadri elettrici, muri, silos, nastri trasportatori, lamiere,

 poi 

acqua, terre, luce e  gas in quantità enormi  ma quasi di nascosto.

Qualche persona di sfuggita.

 

Questo è un impianto di atomizzazione.

 

2001. 

Ero stato mandato a lavorare nell'impianto di Spilamberto all'inizio dei lavori di ristrutturazione, circa un anno prima: la ceramica "Guglia" era diventata "CBS Group".

 

Ero l'unico laureato e probabilmente il più ingenuo della quindicina di dipendenti CBS in quello stabilimento.

 

Il 13 Maggio, Silvio Berlusconi stravince le elezioni.

 

A Spilamberto, durante quei lunghi mesi di taglia e salda, togli e metti, mentre l'impianto veniva ricostruito e io facevo da tuttofare, il consumato capo dei tecnici esterni SACMI mi disse tante cose.

 

"Un buon tecnico vale 2 lire: fa risparmiare 2 lire per ogni kg di atomizzato che esce dall'impianto"

"Ho lavorato in tutto il mondo. In Cina abbiamo cantieri enormi, insiemi di fabbriche grandi come città."

Ancora:

"Operai cinesi camminavano in equilibrio sulle travi a 30 metri d'altezza, senza protezioni. Il responsabile cinese: allora? Se cadono ammazzano? Fuori sono cento  vogliono entrare."

Ancora:

"Dovevamo fare un grosso scavo nella dura roccia, non terra. Il capo cinese: Nonono, troppo costoso come dite voi. Penso io, domani chiamo specialista. 

Il giorno dopo si presentano dei cinesi magrissimi con dei picconi. In una settimana lo scavo era fatto. A mano."

Ancora:

"Abbiamo grossi cantieri anche in Turchia, Brasile, Russia, India. Stiamo costruendo ceramiche dappertutto."

Ancora:

"Gli stiamo vendendo tutta la nostra tecnologia. Lavorano per una ciotola di riso e se ne fottono dell'inquinamento. Ci faranno un culo così."

 

Per tutto il periodo della ristrutturazione il mio superiore aziendale a Spilamberto fu invece Carnevali,  praticone di ferro e tubi, soldi e puttane. E basta.

 Al giovedì, non si presentava al lavoro perché andava a caccia. 

 

Quella primavera, quasi rimesso a nuovo, l'impianto di Spilamberto cominciò a funzionare, arrivando a produrre circa 200 quintali/ora di atomizzato. Con qualche imbeccata esterna e gli inciampi di prassi, ero riuscito a formulare le due miscele di impasto ceramico in produzione. 

 

Il 20 Luglio, iniziò il G8 di Genova. Provocatori si infiltrarono tra i cortei e con l'accondiscendenza di alcuni settori della polizia, accesero gli scontri. La situazione degenerò. Il movimento no global venne umiliato e annichilito. A seguito dei fatti di quei giorni, dopo 11 anni, verranno condannati per falso aggravato 25 poliziotti e diversi funzionari del viminale. Molte accuse caddero per prescrizione. Missione compiuta.

 

Carnevali  non rimase a lungo a Spilamberto. Sparì e come direttore di stabilimento apparve Sempio, già in pensione, con contratto a termine di un anno.

Mi stavo spegnendo. Alzarsi al mattino per andare a lavorare era sempre più faticoso. La sera, cercavo di dimenticare.

Cercavo di far finta, di non capire.

Cosa stavo diventando.

 

 

Il 22 Agosto, il direttore dell'ufficio FBI di New York, l'agente speciale John O' Neil, si dimise. Era profondamente amareggiato. Nei mesi precedenti, aveva raccolto prove evidenti che si stesse preparando un clamoroso attentato terroristico, probabilmente a New York. Nomi, collegamenti, fatti. Il famoso avvocato David Shippers era giunto a parlarne anche col vice presidente Dick Cheney, senza ottenere risposta.

John O'Neil era stato esplicitamente bloccato dai più alti livelli dell'amministrazione Bush, infangato, ignorato. 

Lasciata l'FBI,  O'Neil fu assunto come capo della sicurezza al World Trade Center. 

Ci rimarrà per sempre, ucciso nell'attacco alle torri gemelle.

 

 

Francia. Ero in macchina con Paola, Enrico e Stefano. Stavamo visitando le cave di argilla  della multinazionale Ceratera. Ascoltavamo la radio. Era l'11 Settembre 2001. Ci fermammo per ascoltare meglio.

 

Quell'anno, usciva il libro di Jeremy Rifkin "Economia all'idrogeno". Sullo sfondo del riscaldamento globale, ipotizzava il picco di produzione del petrolio intorno al 2010-2015, la diffusione della produzione locale di energia fotovoltaica, lo sviluppo dell'idrogeno come accumulatore di energia.

Ipotizzava, o suggeriva?

 

Nel frattempo, lavoravo nell'impianto ceramico di atomizzazione di Spilamberto della CBS spa. Riuscii a migliorare l'impasto, facendo risparmiare 2 lire al kg all'azienda.

Qualche tempo dopo, quando presentai le mie dimissioni, Sempio si bloccò in una posa di stupore, forse per sempre. Credo sia ancora lì con gli occhi sbarrati.

 

Dovevo scappare da quel mondo o sarei morto, sino alla fine dei miei giorni.

 

In un altro racconto, c'erano gli alberi, che continuavo a piantare. C'era mio padre. C'era Nella e scienze dell'educazione. C'erano il legno e la falegnameria.

Loro, mi hanno salvato.

 

2002

 

 

Licenziarmi dalla Ceramica CBS fu una liberazione. Ringraziai, salutai e addio.

 

 

L'euro era ormai la moneta usata quotidianamente in Europa.

 

Avevo esattamente trent'anni.

 

Appunto trent'anni prima, il 23 febbraio del 1972, Eugenio Cefis pronunciava un discorso all'Accademia militare di Modena, dove era stato brillante cadetto in gioventù. "La mia patria si chiama multinazionale" il titolo del discorso.

Ai tempi della II guerra mondiale, il militare di carriera Eugenio Cefis apparteneva all'ufficio "missioni oltre le linee" del servizio segreto militare, il Calderini-Sim. Dopo l'armistizio del 8 settembre 1943, il Sim badogliano risponderà anche all'Oss, il servizio segreto militare USA.

La prima esperienza operativa di Cefis è sui Balcani, ai comandi del  criminale di guerra colonnello Ferdinando Carignani. Tornato all'accademia di Modena in seguito ad una ferita, il 9 settembre sfugge fortunosamente ad una retata dei tedeschi e ripara sul lago Maggiore. Aiuta militari sbandati a sconfinare in Svizzera e poi, instradato da Don Federico Mercalli, si unisce a Alfredo Di Dio, come lui convintamente monarchico, nella divisione partigiana Valtoce (poi divisione Di Dio dopo la morte di Alfredo). Assieme ad Aminta Migliari organizza una efficiente rete di informatori e sabotatori, riuscendo addirittura ad infiltrare il governo repubblichino di Salò. 

 

Cefis, nel 1961 sbattuto da Mattei fuori dall'ENI.

 

Enrico Mattei nasce nel 1906 nelle Marche. Di povera famiglia, è dotato di intelligenza vivace e riesce, dopo diverse esperienze lavorative, ad avviare una redditizia industria chimica nel milanese. Dopo l' 8 settembre 1943, coinvolto dall'amico Marcello Boldrini della sinistra cattolica milanese, si unisce alla resistenza partigiana e dà slancio alla resistenza cattolica, coinvolgendo parroci e parrocchie. Nel 1944, su indicazione del vicesegretario della neonata DC Orio Giacchi, viene messo a capo di tutti partigiani demo-cristiani.

Il 24 Aprile 1945 viene sottoscritto a Roma un accordo, che lega le formazioni partigiane al comando di Cefis, alla DC. Ma Cefis non si sottoporrà agli ordini di  Mattei, rinunciando anche al sostegno economico del Comitato liberazione Alta Italia (comitato che riceve mensilmente dagli alleati 160 milioni di lire). Il motivo della rinuncia è questo: "Ne avevamo già a sufficienza dagli americani". 

Riapprodato alla vita civile, Mattei fu incaricato dagli alleati di liquidare l'Agip, azienda petrolifera di stato. Non lo farà, anzi.

 

Enrico Mattei, ex partigiano, nel 1962 in procinto di concludere importanti accordi con l'amministrazione di JF Kennedy. Promotore di rivoluzionari accordi petroliferi, inviso alle "sette sorelle" allora dominatrici del mercato idrocarburi.

 Enrico Mattei, ucciso in un attentato nel 1962 con la complicità di elementi italiani (Vincenzo Scalia, 2003).

 

 

Cefis, succeduto a Mattei alla guida dell'ENI. 

Cefis, influente membro e forse fondatore della P2.

 

Nel 2002 tutte queste cose non le sapevo. Ero impegnato a spiegare a mia madre perché avessi abbandonato un lavoro sicuro e di "prestigio".

 

 Mia madre Gilberta era figlia unica. Era una donna nata per scrivere romanzi d'amore proibito, ambientati nell'antica Roma. Andò diversamente.

 

I miei nonni materni, Diofebo e Elves, come quasi tutti quelli della loro generazione, furono educati come giovani fascisti, i Balilla. Ordine, disciplina e Volontà. Nel dopoguerra Diofebo aprirà una torneria e farà studiare la figlia. 

 

Il 18 Aprile 2002 Silvio Berlusconi, alla guida del governo, fa estromettere dalla Rai Biagi, Santoro e Luttazzi, a causa del loro "uso criminoso della tv pubblica".

 

Nel 1968 invece, sei anni dopo l'omicidio Mattei, quattro anni prima del discorso di Cefis all'Accademia Militare di Modena, mia madre Gilberta riceveva lettere da un promettente finanziere, caldeggiato da Diofebo e Elves. Gilberta però rispondeva alla corrispondenza di un prestante contadino spiantato, mio padre. Si sposeranno nel 1969. 

 

Estroversa e poco diplomatica, autoritaria ma fragile, mia madre rimarrà stritolata fra Cefis, Mattei e Berlusconi.

Il mio "cambio di strada" la colpì molto, in bene o in male non saprei dirlo. Nemmeno lei saprebbe.

Riposa in pace.

 

Il 5 Novembre 2002 venne approvata la legge Cirami, la quale facendo leva sul sospetto di parzialità dei giudici, permise di fatto la sospensione indefinita dei processi, alcuni più di altri.

 

Io, al momento, non ero sotto processo.

 

Avevo trovato lavoro presso la falegnameria…nome di fantasia… Sirio. Ai Torrazzi a Modena. 

 

Assieme a me era stato assunto un ragazzo napoletano, falegname fatto, sempre triste e timoroso. Più i tre soci pugliesi, eravamo in cinque.

 

Cosa strana, c'era poco lavoro. Una volta, terminato il lavoro assegnatomi, domandai:

"Ho finito. Cosa devo fare adesso?"

"Siediti lì e non rompere i coglioni!"

Ah. Va bene.

Passavo buona parte del tempo a gironzolare per il capannone.

Nella "soffitta" c'era una specie di salottino con tavolino e bar superalcolici.

 

Dopo due mesi mi licenziai.