Ho fatto una mossa avventata.

Ho detto a degli eschimesi che voglio andare nella foresta vergine brasiliana. Ci sono talmente tante piante, ed animali, al punto che molti, alla morte, rimangono lì a decomporsi dove sono spirati, e concimano il terreno!

Gli eschimesi non sanno cosa sia la foresta vergine. Pochi han visto raramente qualche filino d'erba, più che altro licheni... Non sanno cosa sia la terra né la concimazione: hanno esperienza solo del ghiaccio, e del mare.

A quel punto, i più son rimasti zitti, non sapendo che dire. Altri han pensato io sia molto stupido, ma per rispetto mio e della nostra amicizia han taciuto.

Uno però, offeso per ragioni intime da cotanta stupidità, ha deciso di indagare: mano al cellulare, ha sfruttato l'unica annuale connessione possibile in quel luogo sperduto per fare una ricerca su google: "Foresta vergine".

"Foresta Du Santos, la diciottenne vergine brasiliana più bella del mondo"

Così, sono stato consegnato alla storia della comunità eschimese come un emerito imbecille, oltre che lussurioso 

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Imparerò.

 

RIPARTENZA E CAMBIO

 

Nella armonia diatonica occidentale la fine di un momento, con successiva ripartenza sulle stesse premesse, è individuata dalla successione II-V-I, cioè la sequenza di accordi costruiti sul secondo, quinto e primo grado della scala.

 

Una prima fase preliminare (II), poco distante dalle premesse ma su altre frequenze, è seguita da un momento preparatorio (V), basato su radice consonante ma ricco di elementi instabili. Si crea tensione, desiderio di risoluzione che viene soddisfatto tornando alla base di partenza (I).

 

Il momento di tensione è il traghetto che può riportare a casa, oppure in nuove spiagge.

 

Desiderando aprire a mondi diversi, si utilizzano successioni di transizione che gradualmente introducono la possibilità di cementare altre premesse. 

Ogni momento è legato al precedente e al successivo tramite elementi comuni, consonanti, assieme a oggetti instabili, dissonanti. Il delicato fluire della transizione è governato dal precario equilibrio accordo-disaccordo, vicino-lontano, chiaro-scuro, sino a risolvere in nuovo paesaggio stabile, il quale deve essere ribadito da più voci, cambi ritmici e di energia.

 

La stessa struttura generale si può applicare ad altri contesti: racconto, disegno, dialogo, percorso culturale, ecc.

 

Nota: Nella musica occidentale, consonante e dissonante sono derivazioni fisico-matematiche, definiti in base allo studio dello spettro di frequenze delle note.

 

Mauro Scardovelli è intellettuale italiano sconosciuto ai più, nato a Genova nel 1948.

 Giurista, psicoterapeuta e musicoterapeuta, può essere per semplicità inquadrato nel contesto dei movimenti di cambiamento; il suo pensiero unisce costantemente il singolo al gruppo significativo esperienziale, via via su sino al contesto culturale e politico-sociale, delineando una rete di relazioni multiple nella quale le influenze sono sempre contemporaneamente reciproche, benché spesso involontarie.

Per inciso, a tale ultimo concetto ci si può arrivare percorrendo le strade più diverse: teorie della comunicazione, dei sistemi, psicoterapia, principio di Heisenberg, ecologia, musica...

 

A Mauro vanno riconosciute insolite capacità creative di sintesi, collegamento e comunicazione. Il filo che unisce il suo lavoro è la ricerca di visione olistica e soprattutto positiva dell'essere umano; unendo scienza e spiritualità, Mauro atttinge senza pregiudizio da innumerevoli campi, comprese tradizioni religiose e sapienziali.

 

Pur essendo uomo definibile come buono e onesto, Mauro risulta inviso a parecchia gente. A mio parere per due motivi principali: anzitutto, il suo lavoro tende a liberare e innalzare (metaforicamente) le persone, su molteplici piani collegati, in controtendenza rispetto alla tonalità di fondo del momento.

In secondo luogo, è implicito nel suo lavoro l'intento di avvicinare gli opposti. Testualmente: 

"Non ho mai aderito all'idea: con me o contro di me".

In conseguenza di tale postura, Mauro assume frequentemente posizioni incomprensibili a chi sia costretto in visioni bianco contro nero.

 

 Creatività e pianificazione 

 

Sviluppare un'idea grezza: l'esempio della musica.

 

Per tanti anni sono stato musicista molto molto amatoriale. Privo di talento specifico, comunque rapito dal potere espressivo e ipnotico della musica, per lungo tempo mi sono appoggiato a poco più che intuito e creatività. Tardi, lo studio di tecnica e teoria.

 

Volevo scrivere canzoni, per semplice necessità espressiva. Sì, ma come nasce una canzone?

 

Premessa: la musica è una forma d'arte fortemente "normata": qui ed ora, qualsiasi composizione deve adeguarsi a molto precisi canoni e regole. Più la canzone si allontana da queste regole, più sarà avvertita dal pubblico come fastidiosa, strana, incompiuta.

 Tale "regolamentazione" è forse condizione onnipresente, in tutte le forme d'arte; nella musica si arriva a regole molto stringenti, matematiche.

 

Completamente o quasi inconsapevole di tali regole mi affidavo all'orecchio e agli accordi: questa successione di accordi mi piace, mo' ci canto sopra. Voilà!

 

Un accordo sono più note suonate contemporaneamente. Una successione di accordi definisce una struttura: per esempio la sequenza inizio, svolgimento, colpo di scena! tra parentesi, fine. Con sfumature emotive a seconda del tipo di accordo. 

Il cantato invece (lasciamo un attimo da parte il significato delle parole e concentriamoci solo sugli aspetti musicali)  definisce una linea melodica, cioè l'idea che si vuole esprimere. Il concetto principale.

 

Sceglievo quindi prima la struttura, tra l'altro inconsciamente, di fatto più meno ricopiando strutture precedentemente ascoltate; poi su quella struttura articolavo l'idea base della canzone.

 

Molti famosii artisti hanno prodotto bellissime canzoni procedendo in questo modo, soprattutto alle prime armi:

 la forza espressiva è lasciata libera, l'inconscio esce dirompente, ma si adatta un'idea emotiva ad una struttura che probabilmente avremmo coscientemente messo da tutt'altra parte. Si possono generare capolavori, ci vogliono però un talento fuori dal comune e vagonate di libertà e passione.

 

Chi, per mestiere, inventa canzoni a livello professionale, in genere procede nel modo opposto. 

Per prima cosa definisce l'idea base della canzone, il "tema", espresso musicalmente da una più o meno breve frase musicale che caratterizzerà l'intera composizione, ripetendosi con diverse sfumature. Il "tema" è spesso ripreso dalla "voce" cioè il cantato, e da altri strumenti.

Ripeto, la "voce" è uno strumento musicale, esprime una linea melodica generalmente ignorata dalla consapevolezza degli ascoltatori, ma c'è ed è protagonista. Il significato delle parole  attiene a sfera diversa, più cosciente, che  lasciamo da parte.

 

Definito il tema principale, il professionista lo sviluppa su strutture standard collaudate e di sicuro effetto, concentrando la maggior parte delle energie sull'arrangiamento: calibrare i suoni e i dettagli della composizione. Un po' come il vestito e la postura del vostro interlocutore, l'arrangiamento è fondamentale per una ottimale presentazione della composizione.

 

Canzoni pessime bene arrangiate possono ambire ad un breve successo.

Composizioni intriganti male arrangiate sono indigeribili per il 99,9% degli ascoltatori, questa è la realtà.