DI PIU

  Il metodo scientifico è un atteggiamento mentale molto potente. Ci ha permesso di indagare il mondo con occhi nuovi, facilmente condivisibili. Facilmente condivisibili e standardizzabili: stanno qui la sua forza e la sua debolezza.

E' un linguaggio, o architettura mentale, indispensabile per riempire di senso gli istinti più primitivi.

 

Il metodo scientifico è però insufficiente per apprezzare la vita nelle sue granitiche apparenti contraddizioni, serve anche qualcos'altro.

 

 Perché? (gne-gne)?

Perché il metodo scientifico è carente per apprezzare ciò che rende la vita davvero interessante, cioè l'amore, la meraviglia, le relazioni, il mistero. Le cose inutili, direbbe qualcuno.

Serve anche altro.

Qualcosa che lasci spazio alla propria, personale miscela.

Qualcosa che tenga lontano dalle trappole del giudizio, che ti sorregga quando il dolore inevitabile ti aggredisce.

Serve qualcosa che dia ragione della inspiegabile tortuosa accozzaglia di eventi che costellano l'esistenza.

Sembra difficile e lo è, eppure questo qualcosa può convivere con il metodo scientifico, basta tenere presente che sono occhiali, che possiamo mettere e togliere, secondo necessità.

 

Anno 2018, Italia

 

Energia totale richiesta:                                 circa  1500 TWh      (GSE)


da dove l'abbiamo presa?

 

Gas                                                          500 TWh

Petrolio                                                   517 TWh

Carbone                                                    18 TWh

Legna domestico (stimato)                  8 TWh


Sole, vento, fiumi,geotermico, biomasse                                     .                                   250 TWh                             (fotovoltaico 2018     25 TWh

                                                    2022     28 TWh)


Acquisto en. elett. da Fr e SLO           30 TWh

Perdite di rete e trasporto                 30 TWh    Non so                                                   100 TWh                                                                           

 

 Nel 2015 l'università di Stanford ha presentato un documento per un mondo "100% sostenibile". Secondo questo studio, l'Italia potrebbe arrivare nel 2050 alla sostenibilità energetica ed affrancarsi dalla dittatura dei petrolchimici per gettarsi nelle fresche braccia delle rinnovabili. Come fare? Ecco:

1 - Riduzione notevole dei consumi, attestandosi sui 1100 TWh; non pensino i più accesi amanti della natura in una vittoria perchè mentre noi in Italia si diminuisce il consumo, da altre parti si aumenta ( avvicinandosi al nostro) cosicchè il consumo mondiale AUMENTA, non si scappa;

2-  1100 TWh totali per l'Italia sarebbero da produrre:

  • 750 TWh da fotovoltaico a terra : occuperebbe 8000 kmq di suolo pari al 4% delle terre emerse italiane non montagnose;
  • 150 TWh da fotovoltaico sui tetti: metà residenziale (nel qual caso ci vorrebbero 20 milioni di impianti da 3 KW) e metà sugli edifici commerciali e simili (circa altri 400 kmq di pannelli)
  •  200 TWh da idroelettrico, eolico, geotermia, moto ondoso, solare a concentrazione.

 In pratica dovremmo arrivare ad ottenere   circa l' 85% dell'energia che ci serve  da fotovoltaico, passando da 25 a 900 TWh  prodotti.

La vedo dura, impossibile proprio, considerando che ci abbiamo messo 10 anni ad produrre 25 TWh, a questo ritmo, arriveremmo al 2050 con una produzione di 75 TWh in più per un totale di 100 TWh. Ce ne servono 900...da dove li prenderemo?

 

Abbiamo detto basta idrocarburi: anche volendo usarli, al 2050:

Il petrolio sarà molto, molto costoso.

Il gas assicura riserve maggiori e ce ne dovrebbe essere ancora un pò.  Adesso ce ne facciamo per 500 TWh, che fai vuoi SMETTERE del tutto? Lo compriamo dalla Russia, LIbia, Paesi Bassi. Nel 2022 pare abbiamo deciso di fanculizzare il gas russo. Dei geni.

Di carbone pure dovrebbe essercene ancora.

 

Mi sa che bruceremo tutto il bruciabile: rifiuti, biomassa, legna, olio, alcool, biocarburanti, olii esausti, biogas, biopiscio, cadaveri, tutto. Finito di bruciare il bruciabile, se avremo i soldi proveremo a comprare energia dai paesi vicini (Francia, Slovenia) che ora la producono in eccesso tramite centrali nucleari.

Oppure verremo veicolati dai liberi meccanismi del mercato ad un consumo di energia quasi dimezzato rispetto al 2018. Forse sarà un bene. Questo lo scenario per noi, qui in Italia: nessuno vieta che non sarà così nel resto del mondo. Qualcuno, che ora consuma pochissima energia, forse ne consumerà un pò di più.

 

Dal web


"...il trend, in Cina così come in India e in altri paesi è di investire in energia rinnovabile con rapporti anche di 15 a 1 rispetto al nucleare. Questo perché miliardi di persone hanno assolutamente bisogno di incrementare i consumi di energia elettrica velocemente. La velocità di realizzazione non è propria dei reattori di terza. Quando India o Cina aumentano il proprio PIL del 5%, questi due grandi paesi devono aumentare i consumi di energia elettrica del 7/10% e lo devono fare in real time con l'aumento del PIL. Quindi miliardi di persone non possono aspettare le dinamiche di costruzione di reattori nucleari. 

I 150 GW di nuove rinnovabili installate in Cina nel 2022 genereranno quest'anno non meno di 280/300 TWh. 

Un reattore da 1 GW arriva forse a generare 8 TWh. Quindi senza le rinnovabili installate, la Cina avrebbe dovuto attivare nel 2022 almeno 35 nuovi reattori da 1 GW ciascuno. 

Se la Cina ha una pipeline di 15 reattori, questi reattori, se va bene, verranno pronti nei prossimi 5 anni. Tre reattori ogni anno. Forse.

Nel frattempo la Cina quante rinnovabili installerà?

Il rapporto fra l'energia generata da nuove rinnovabili e da nuovi reattori vale in Cina, 15/1. Questo rapporto è crescente in Cina.

Questo rapporto è crescente in tutto il mondo perché in rapporto ai consumi, la crescita delle rinnovabili è esponenziale mentre la crescita del nucleare è negativa.

Il nucleare contribuiva ai consumi mondiali nel 2006 per il 17%, nel 2018 per il 10% e sarà forse il 5% a fine decennio.

I reattori di terza e terza più non sono in grado di dare un contributo misurabile alla decarbonizzazione. Per coprire il solo incremento dei consumi, occorrerebbe attivare nel mondo un centinaio di reattori ogni anno. Se ne attivano, quando va bene, 4 o 5.

È una questione tecnologica. I reattori di terza e terza più non sono in grado di inseguire gli incrementi dei consumi che si hanno a livello mondiale. 

In questo senso, la tecnologia attuale dei reattori nucleo è obsoleta."




 

La cattura e stoccaggio della CO2 consiste, in pratica, nel prendere i gas emessi dai generatori di energia delle fabbriche e infilare tali gas sottoterra, nei depositi esausti di metano. Per farlo ovviamente si consuma energia, generando CO2. 

Tutta l'operazione sarà finanziata da EU.

Il giro è quindi questo: le fabbriche per funzionare hanno bisogno di energia e quindi, di fatto, sono fonte diretta o indiretta di emissione di CO2. In base ai regolamenti europei, chi emette CO2 deve pagare, oppure passare a fonti energetiche rinnovabili, oppure sequestrare e stoccare la CO2 prodotta. 

Così per evitare di pagare per emettere, ci si fa finanziare da EU per consumare ulteriore energia allo scopo di ficcare la CO2 prodotta sottoterra. 

A me sembra una stronzata ma non importa, mi sbaglio spesso.

Sequestro e stoccaggio di CO2 avvengono su scala planetaria da centinaia di milioni di anni, in maniera sostenibile e naturale, da diverse classi di organismi: i più importanti sono chiamati PIANTE; altri sequestratori seriali sono tutti quei simpatici animaletti, soprattutto marini, che trasformano la CO2 in CaCO3 carbonato di calcio, per costruirci il loro guscio (presente le conchiglie? Sono fatte di calcite e aragonite, due diverse forme cristalline del CaCO3).

Se tali organismi non ce la fanno più a stare dietro alle emissioni di CO2 da noi causate, mi farei qualche domanda.

 

"L'evidenza scientifica supporta una "legge" di tendenza verso la centralizzazione del capitale, che distrugge la democrazia e fomenta le guerre".

La tesi mi suona banale.

Banale.

La stessa cosa ve la può dire un qualsiasi artigiano o commerciante italiano che abbia più di quarant'anni.


Nell'esporre studi e teorie economiche, la parola che ricorre più spesso è "competizione":

"La competizione sul mercato..."

"La competizione fra banche..."

"Gli attori economici in competizione..."

La mia tesi, in risposta a questo luminari, è:

LA COMPETIZIONE HA ROTTO IL CAZZO, IL PROBLEMA È TUTTO LI'


Le teorie economiche sono solo un tentativo di lettura.

Ciò che determina è l'animo umano, è quello che va studiato e coltivato.

Nel mondo di uomini e donne equilibrati e onesti che voglio vivere, le teorie economiche sono solo un'ombra, un fenomeno atmosferico.

 

TOLLERANZA CONTRO SOLIDARIETÀ

In meccanica, per tolleranza si intende quanto un singolo pezzo può discostarsi da misure date per essere accettabile, funzionando così adeguatamente nel congegno complessivo nel quale sarà collocato.

È un concetto meccanico. Non lo si può applicare all'essere umano se non creando divisioni o aberrazioni.

Mi spiego: tolleranza sottintende ad un centro di gravità dal quale ci si può discostare più o meno.

Partendo dal presupposto che siamo tutti un po' diversi, ne consegue che ognuno avrà la sua specifica tolleranza, diversa da quella degli altri, a meno che non si espandano i confini della tolleranza all'infinito.

Vengono così a mancare i punti forti che facilitano la fratellanza tra gli uomini: valori condivisi chiari.

La tolleranza può essere troppo facilmente fraintesa. Può diventare una scusa per non schierarsi, accettare ogni cosa passivamente anche la più infame. Alimenta atteggiamenti di pigrizia e menefreghismo.

Tolleriamo.

Per questo motivo non userei il termine tolleranza parlando di uomini.

Preferirei sentir parlare di solidarietà reale.

È più impegnativa: per essere realmente solidali è necessario muovere le chiappe. Essere attivi. Condividere i propri beni materiali e immateriali. Mettere a rischio la propria immagine.

Non mi piace la tolleranza. Preferisco la solidarietà.



Ragione

La parola ragione deriva dal latino calcolo, misura. In senso figurato giudico, stimo.

Dire" ho ragione" è una stupidaggine, perché equivale a dire "ho il calcolo" . E l'interlocutore non c'è l'ha, il calcolo? CE L'HAI SOLO TE, LA MISURA?

E chi te l'ha data, solo a te poi?


Questa parola, ragione, è in primo piano dal 1700, uno degli effetti della trasformazione antropologica legata all'illuminismo. La superiorità del cervello sull'anima

Non lo so.

Però so che la ragione mi ha definitivamente rotto le balle.

È noiosa e prevedibile. Per un qualche motivo poi sembra invariabilmente debba appartenere a qualcuno, che in base a confuse e imprecisate conoscenze e diritti ne detiene il possesso.

Come si fa a detenere il possesso di una misura? Hai COMPRATO l'unico metro nell'universo in grado di calcolare la meccanica ESATTA?

Esatta per chi?

No questa cosa mi annoia profondamente, mentre mi si apre il cuore a sentir parlare di  percezione.

Percepisco che la ragione mi riempie di vuoto. Percepisco che con le sole parole non è possibile comunicare veramente con mio figlio. Percepisco che se mi metto in ascolto, mi accorgo di non essere solo. Mai.  

Queste cose con la ragione non le posso spiegare... misurare...dovrei quindi negarle?

Non ho intenzione di farlo.

Cos'è la percezione?

È quando senti qualcosa e non sai spiegare perché.

Con cosa si entra in contatto quando si percepisce? Con Dio, con il campo energetico collettivo, con la natura, con il campo magnetico emesso dal cuore, con l'essere che tutto trascende in uno.

Gli si dia il nome che preferite.


INCLUSIONE SOCIALE

Nelle rocce, l'inclusione è la presenza di un piccolo aggregato di materiale estraneo all'interno di una più vasta associazione di minerali accomunati da una origine comune. L'inclusione è nettamente distinta perché risulta evidente avere origine diversa, è composta da minerali differenti e presenta confini identificabili rispetto alla massa circostante.

Una roccia che presenti una gran quantità di inclusioni, sino a presentarsi come una mescolanza indistinta, perde la sua identità chiara e prende il nome di      " mélange".

Noti sono diversi melange nell'Appennino Tosco-Emiliano, litotipi poco coerenti che faticano a sviluppare suoli di sufficiente fertilità.

 È possibile uniformare l'inclusione e la roccia inglobante mediante un processo di fusione, che darà origine ad una nuova roccia, diversa dalle originarie ma nel suo insieme, omogenea.

A seguito della fusione, i minerali si trasformano completamente: si assiste a scambi e migrazioni degli elementi chimici nonché riorganizzazione delle geometrie molecolari. Nascono nuovi minerali e in questo processo la " memoria" delle rocce originali viene pressoché azzerata per cui non è più possibile risalire alla loro storia precedente.

Il processo di fusione richiede la somministrazione di elevate quantità di energia. La stabilità dei minerali risultanti dipende in larga parte dalla velocità di raffreddamento.

Oltre alla fusione esistono altri processi di "rimescolamento" dei materiali come per es. il ciclo che origina le rocce sedimentarie: comunque nate le rocce pian piano vengono esposte agli agenti atmosferici, si degradano, si erodono e vengono trasportate a valle dalle piogge e poi nel mare dove sedimentano sino a compattarsi e formare nuove rocce.

Tale ciclo di formazione delle rocce sedimentarie richiede milioni di anni.

A dispetto dei lunghi tempi di questo processo, i minerali che compongono le rocce sedimentarie conservano memoria della loro storia, sin dalla loro ultima fusione.